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Capitolo 609.   nanoLinux: accesso ad altri file system

nanoLinux non dispone di meccanismi automatici per accedere automaticamente a file system di dischi esterni o locale, che non facciano parte del sistema già previsto, salvo il caso della ricerca di un file per lo scambio della memoria virtuale, all'avvio da CD o da DVD.

In generale, un file system estraneo deve essere innestato manualmente; tuttavia è previsto qualche accorgimento per facilitare questo compito ai meno esperti.

609.1   Innesto di altri file system

La directory /mnt/ è strutturata in una serie di sottodirectory per innestare facilmente dischi e partizioni locali, assieme a file system di rete, offerti attraverso il protocollo NFS. In pratica, in base alla configurazione del file /etc/fstab, è sufficiente innestare un disco con un comando del tipo seguente, per ottenere di inserire al suo interno il dispositivo corrispondente al file /dev/nome:

mount /mnt/nome[Invio]

Per esempio per innestare un dischetto nella prima unità, basta il comando seguente:

mount /mnt/fd0[Invio]

Un sistema nanoLinux standard, funzionante da CD o da DVD, prevede la condivisione di tutto il file system (compresi tutti i punti di innesto corrispondenti alle directory /mnt/*/) attraverso il protocollo NFS; ma in tal caso, prima di poter innestare il file system, è necessario avviare il servizio corrispondente presso il servente:

/etc/init.d/nfs-kernel-server start[Invio]

Per innestare facilmente il file system principale di un altro sistema nanoLinux (dove ovviamente deve essere già stato avviato il servizio corrispondente), sono previste una serie di directory per l'innesto, il cui nome corrisponde all'indirizzo IPv4 dell'elaboratore remoto. Tuttavia, sono previsti solo alcuni gruppi corrispondenti a indirizzi privati, pertanto si tratta soltanto di un'agevolazione parziale. Tuttavia, se l'indirizzo è stato previsto come sottodirectory di /mnt/ e nello stesso modo questo nome è previsto anche nel file /etc/fstab, basta procedere così:

mount /mnt/indirizzo_ipv4[Invio]

In questo modo si innesta il file system principale dell'elaboratore remoto, ma se quello che si intende è raggiungere qualcosa che a sua volta è stato innestato al suo interno, occorre dare un comando più specifico. L'esempio seguente serve a raggiungere un dischetto innestato nella directory /mnt/fd0 del nodo 192.168.1.2, mettendolo a disposizione nella directory locale /mnt/0/:

mount -t nfs 192.168.1.2:/mnt/fd0 /mnt/0[Invio]

Si osservi comunque che la condivisione è concessa solo a indirizzi IPv4 di «reti private», ovvero indirizzi che appartengono ai gruppi 10.0.0.0/8, 172.16.0.0/12 e 192.168.0.0/16.

Per quanto riguarda un'introduzione sugli indirizzi di rete e le reti private, si può consultare il capitolo 176; inoltre, il servizio NFS è descritto nel capitolo 203.

Tabella 609.1. Descrizione dei punti di innesto previsti nell'organizzazione di nanoLinux.

Directory Descrizione
da /mnt/0/ a /mnt/9/ Directory a disposizione per innestare ciò che si vuole, senza un'associazione già stabilita nel file /etc/fstab.
/mnt/a/, /mnt/b/ Directory per innestare rispettivamente /dev/fd0 e /dev/fd1 con un file system Dos-FAT con nomi lunghi.
/mnt/c/ Directory per innestare la prima partizione del primo disco ATA, purché sia di tipo Dos-FAT.
da /mnt/d/ a /mnt/k/ Directory per innestare i file di dispositivo da /dev/sda1 a /dev/sdh1 con un file system Dos-FAT con nomi lunghi.
/mnt/fd0/, /mnt/fd1/ Directory per innestare rispettivamente /dev/fd0 e /dev/fd1, determinando automaticamente il tipo di file system.
/mnt/hda/, /mnt/hdb/, /mnt/hdc/, /mnt/hdd/ Directory per innestare automaticamente i primi quattro dischi ATA senza suddivisione in partizioni.
da /mnt/hdx1/ a /mnt/hdx19/ Directory per innestare automaticamente le prime 19 partizioni del disco corrispondente al file di dispositivo /dev/hdx.
da /mnt/md0/ a /mnt/md19/ Directory per innestare automaticamente i primi 20 dischi RAID software (in generale multi device), corrispondenti ai file di dispositivo da /dev/md0 a /dev/md19.
/mnt/sda/, /mnt/sdb/, /mnt/sdc/, /mnt/sdd/ Directory per innestare automaticamente i primi quattro dischi SCSI o USB senza suddivisione in partizioni.
da /mnt/sdx1/ a /mnt/sdx19/ Directory per innestare automaticamente le prime 19 partizioni del disco corrispondente al file di dispositivo /dev/sdx.
da /mnt/sr0/ a /mnt/sr9/ Directory per innestare automaticamente i primi 10 lettori CD o DVD di tipo SCSI (può trattarsi di unità SCSI vere e proprie, oppure di unità ATAPI con emulazione SCSI).
/mnt/127.0.0.1/ Directory per innestare automaticamente il file system principale dello stesso elaboratore locale, attraverso il protocollo NFS.
da /mnt/192.168.1.1/ a /mnt/192.168.1.39/ Directory per innestare automaticamente il file system principale di un elaboratore remoto con un indirizzo IPv4 corrispondente, attraverso il protocollo NFS.

Durante il funzionamento in modalità grafica, gli utenti possono utilizzare delle voci del menù di Fvwm al posto di utilizzare direttamente i comandi mount e umount. Tuttavia, per evitare che gli utenti debbano attraversare il file system alla ricerca delle directory in cui vengono fatti gli innesti, a seconda del livello di nanoLinux, all'innesto potrebbe seguire automaticamente l'avvio di un gestore di file; inoltre, nella directory personale degli utenti appare normalmente un collegamento simbolico denominato ~/mnt, che punta in pratica alla directory /mnt/.

Figura 609.2. Il menù di Fvwm per l'innesto guidato di alcune unità con l'aiuto di un gestore di file.

innesto guidato

Utilizzando il menù di Fvwm si ha il vantaggio di trovare solo le voci che potrebbero essere usate in base alla disponibilità effettiva di unità di memorizzazione. In pratica, l'elenco dei punti di innesto disponibili viene generato automaticamente da Fvwm, in base alla presenza dei file di dispositivo nella directory /dev/. Naturalmente, questo meccanismo si basa sull'utilizzo di uDev.

In modo simile a quanto avviene per le voci dei punti di innesto disponibili, quando si va a eseguire il distacco di una delle unità, il menù propone soltanto ciò che risulta essere presente a partire dalla directory /mnt/.

Figura 609.3. Il menù di Fvwm per il distacco guidato di quanto di articola a partire dalla directory /mnt/. In questo caso risultano presenti solo due innesti: /mnt/hdb2/ e /mnt/a/.

distacco guidato

609.2   Accesso a file system Dos-FAT.

Quando si innesta un file system lasciando che sia il kernel a determinare automaticamente il tipo di questo, può succedere che non venga individuato esattamente ciò che si vuole. In particolare, quando si innesta il contenuto di un dischetto con un comando come quello seguente, può succedere che ciò avvenga utilizzando il formato Dos-FAT con nomi corti:

mount /mnt/fd0[Invio]

Per poter accedere con maggiore facilità a dischetti o a unità esterne, che utilizzano il formato Dos-FAT (che ormai si usa sempre solo con i nomi lunghi), sono previsti alcuni punti di innesto specifici, costituiti dalle directory da /mnt/a/, fino a /mnt/e/. Questi nomi servono a ricordare il modo in cui il sistema Dos individua le unità a disco, con la differenza che in questo caso viene stabilita una corrispondenza che non può cambiare:

Tabella 609.4. Corrispondenze.

Promemoria unità Dos Directory per l'innesto File di dispositivo
A: /mnt/a/ /dev/fd0
B: /mnt/b/ /dev/fd1
C: /mnt/c/ /dev/hda1
D: /mnt/d/ /dev/sda1
E: /mnt/e/ /dev/sdb1
F: /mnt/f/ /dev/sdc1
G: /mnt/g/ /dev/sdd1
H: /mnt/h/ /dev/sde1
I: /mnt/i/ /dev/sdf1
J: /mnt/j/ /dev/sdg1
K: /mnt/k/ /dev/sdh1

I file di dispositivo previsti per le directory /mnt/d/ e /mnt/e/, intendono riferirsi a dischi esterni, connessi attraverso un bus USB, dove in particolare si accede solo alla prima partizione.

Si osservi che è possibile innestare le unità esterne, attraverso le directory da /mnt/a/ a /mnt/e/, solo se i dischi o le partizioni corrispondenti contengono precisamente un file system di tipo Dos-FAT.

L'esempio seguente serve a innestare la prima partizione di un disco USB esterno:

mount /mnt/d[Invio]

Per facilitare ancora di più l'accesso a unità di questo tipo, è disponibile il pacchetto Mtools, con il quale si possono eseguire comandi simili a quelli del sistema Dos (senza bisogno di innestare le unità). Pertanto, la configurazione predefinita di Mtools prevede le stesse lettere già stabilite. Per esempio, per copiare un file nella prima partizione di un disco esterno, si potrebbe agire con il comando seguente, senza bisogno di innestare il file di dispositivo come di consueto:

mcopy mio_file D:[Invio]

Durante l'uso con il sistema grafico, la disponibilità di MToolsFM facilita ancora di più le cose. Si osservi comunque che questo programma non aggiorna automaticamente l'elenco dei file, quando si agisce al di fuori del suo controllo; per questo occorre ricordarsi di usare la voce {Refresh} del menù {View}.

Figura 609.5. MToolsFM durante il funzionamento. Nella figura, a sinistra appare il contenuto della directory personale dell'utente, mentre a destra si vede quello del dischetto inserito nella prima unità.

MToolsFM

609.3   Accesso semplificato alle unità rimovibili

Per semplificare l'accesso alle unità rimovibili, qualunque sia il file system che contengono, appare un pulsantino nella barra delle applicazioni, con la lettera «d».

bottone d

Selezionando il pulsante grafico <d>, si ottiene un menù con l'elenco delle sole unità rimovibili a cui si può accedere. Eventualmente, se alcune risultano essere già innestate, si vedono le voci che consentirebbero di tentarne il distacco, come nell'esempio seguente dove si ipotizza che risulti già innestata un'unità nella directory /mnt/a/:

distaccabile

Quando si seleziona una voce per accedere a una certa unità, se necessario viene innestata, quindi viene avviato un programma per poter intervenire nel suo contenuto. Di solito si tratta di Nautilus, ma in mancanza di altro, può apparire anche solo una finestra di terminale. Nel caso particolare delle unità a dischetti tradizionali, in condizioni normali viene avviato il programma Gnome Commander, per invogliare a fare una copia del loro contenuto nella propria directory personale.

Le persone con poca esperienza tendono ad aprire e a risalvare i file, lì dove si trovano. Purtroppo, però, quando si utilizzano dei dischetti, non si può contare sull'affidabilità del supporto di memorizzazione e molto spesso succede di perdere i propri dati, proprio mentre si va a risalvare un lavoro.

Logicamente, si può ottenere il distacco di una unità solo quando questa non risulta più utilizzata. In particolare, quando l'innesto è avvenuto in modo automatico e a questo è seguito l'avvio di un programma come Nautilus o Gnome Commander, alla conclusione del funzionamento di tali programmi, viene tentato un distacco automatico, che nel caso di unità servo-assistite, produce poi l'espulsione del supporto di memorizzazione.

Eventualmente, l'insuccesso delle operazioni può essere osservato dai messaggi che appaiono nel terminale trasparente, collocato in basso.

Figura 609.8. Un messaggio che dimostra il fallimento di un tentativo di distaccare quanto si trova a essere innestato nella directory /mnt/a/.

umount errore

609.4   Permessi di accesso

La configurazione del file /etc/fstab prevede che gli utenti possano innestare quasi tutto, purché sia stato previsto; tuttavia, perché si possa usare Mtools, è necessario che gli utenti abbiano i permessi di accesso in lettura e scrittura ai file di dispositivo relativi.

Gli utenti comuni standard di nanoLinux (tizio, caio e gli altri) appartengono anche al gruppo disk, cosa che dà loro i privilegi necessari per intervenire come vogliono sulle unità a disco. Tuttavia, quando si creano nuovi utenti presso un sistema installato in un disco normale, questi privilegi vengono a mancare, per motivi di sicurezza.

Quando si installa nanoLinux va considerata la possibilità di dare agli utenti comuni la possibilità di accedere ad alcuni dischi (per esempio nel caso dei lettori CD e DVD). Per fare questo si può intervenire nel file /etc/group, aggregando alcuni utenti a gruppi che poi consentono di avere i privilegi necessari, oppure modificando i permessi di accesso dei file di dispositivo. Per questa seconda ipotesi, considerato che i file di dispositivo vengono creati in modo dinamico, può essere utile intervenire nel file /etc/init.d/rc.local, oppure nella configurazione di uDev.

Appunti di informatica libera 2006.07.01 --- Copyright © 2000-2006 Daniele Giacomini -- <daniele (ad) swlibero·org>


Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome nanolinux_accesso_ad_altri_file_nbsp_system.htm

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